Cosa è successo al Majdan? – si chiede e ci chiede monsignor
Braschi. Il Majdan rappresenta una sfida, “per la nostra e la vostra
libertà”, come si leggeva in uno slogan di piazza Majdan. Quello che il Majdan ci insegna è il risveglio
della propria coscienza, della propria dignità. Ed è una provocazione per noi.
Perché l’appello agli ideali europei arriva a cadere in un’Europa che si è
dimenticata dei suoi valori.
Non si può proporre un’immagine di Ucraina russofoba o russofila, il
problema è chiedersi seriamente: non è che, forse, gli ucraini abbiano il
diritto di costruirsi la loro identità nazionale? Si tratta di una identità
molto giovane, di appena vent’anni. Ma sul Maidan, una generazione di ucraini
che non hanno vissuto in una regione appartenente all’Urss, ma in un Paese
indipendente, ha dimostrato che una coscienza nazionale esiste già. E questa ha
diritto di esprimersi. Riconoscere la bontà di certe politiche, a tutela dei valori cristiani,
non deve impedire di riconoscere che altre azioni contrastano radicalmente una
visione cristiana della storia e della dignità della persona. È facile cadere
nella tentazione di cedere interamente la salvaguardia della Fede a un
imperatore, a un potere politico. È una tentazione molto forte e molto antica.